Con la recente pronuncia nel procedimento Cafagna c/ Italia (12 ottobre 2017) la Corte Edu ha sanzionato l’Italia per violazione dell’art. 6, paragrafo 1 e 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo per aver reso una sentenza di condanna nei confronti del ricorrente incompatibile con i principi del giusto processo.
In particolare, la Corte di Cassazione e i precedenti gradi di giudizio avevano riconosciuto colpevole l’imputato sulla base delle determinanti dichiarazioni rese dal teste sottrattosi al dibattimento.
I Giudici europei, richiamando i principi sanciti nella Convenzione che stabiliscono il contraddittorio nella formazione della prova, hanno riconosciuto leso il diritto di difesa dell’imputato che non ha potuto esaminare il teste le cui dichiarazioni sono state acquisite ai fini della decisione.