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La CEDU condanna l’Italia per aver violato ancora una volta i principi del giusto processo

Con la recente pronuncia nel procedimento Cafagna c/ Italia (12 ottobre 2017) la Corte Edu ha sanzionato l’Italia per violazione dell’art. 6, paragrafo 1 e 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo per aver reso una sentenza di condanna nei confronti del ricorrente incompatibile con i principi del giusto processo.

In particolare, la Corte di Cassazione e i precedenti gradi di giudizio avevano riconosciuto colpevole l’imputato sulla base delle determinanti dichiarazioni rese dal teste sottrattosi al dibattimento.

I Giudici europei, richiamando i principi sanciti nella Convenzione che stabiliscono il contraddittorio nella formazione della prova, hanno riconosciuto leso il diritto di difesa dell’imputato che non ha potuto esaminare il teste le cui dichiarazioni sono state acquisite ai fini della decisione.

Paolo Ghiselli

Difensore cassazionista del Foro di Rimini, che si è specializzato nella difesa tecnica di procedimenti per reati societari, anche attraverso l’esperienza maturata nella redazione delle note a sentenza per le riviste specialistiche del Sole 24 Ore.
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