A seguito dell’introduzione di un recentissimo provvedimento normativo, il diritto penale tributario ha subito considerevoli modifiche.
Ci riferiamo al decreto fiscale (d.l. 124/2019, conv. in l. 157/2019) – definito anche “manette agli evasori” – che ha previsto un innalzamento edittale delle pene per i reati tributari.
Per citare un esempio, il reato di cui all’art. 2 d.lgs. 74/2000 (dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti) ora avrà come conseguenza la detenzione da 4 a 8 anni, nei casi più gravi, e da 18 mesi a 6 anni se la somma delle fatture non supera i 100.000€.
Viste le drastiche sanzioni stabilite dal legislatore, diventa fondamentale per le imprese affidarsi ad uno studio professionale con esperienza in materia di reati tributari, che saprà pertanto indicare la strategia difensiva più appropriata.
In riferimento alle specifiche contestazioni, il difensore dovrà innanzitutto essere in grado di valutare l’opportunità di ricorrere a riti alternativi – come il patteggiamento o la sospensione del procedimento con messa alla prova – ma anche, se del caso, di dimostrare la particolare tenuità del fatto per giungere ad una pronuncia assolutoria ai sensi dell’art. 131-bis c.p.
Di seguito il link all’articolo completo sulla piattaforma di Legale Per Me.it: Il decreto fiscale “manette agli evasori”